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La spiegazione: semplicissima! Trento, Bolzano e Friuli Venezia Giulia sono autonome e non hanno l’obbligo di superare il valore soglia (160) previsto dalla griglia LEA per accedere alla quota di fondo legata a tale valore. Le altre Regioni sì e quindi inseriscono (al di là del loro effettivo significato) gli indicatori della griglia negli obiettivi dei Direttori che li rigirano ai Dipartimenti. Data la qualità di molti di quegli indicatori non si tratta di un buon modo di orientare il sistema. C’è grande bisogno di ragionare su questa tematica per arrivare a definire prima una serie di dimensioni significative della qualità e poi a trasferirle in un sistema di obiettivi/indicatori per area (prevenzione, territorio, ospedale, processi amministrativi) da declinare ai vari livelli: centrale, regionale, aziendale, dipartimentale. Magari il punto di partenza potrebbe essere il confronto tra i vari sistemi di analisi comparativa già consolidati in Italia (oltre ai due già citati ce ne sono diversi altri tra cui il Rapporto 2018 di Meridiano Sanità, il sistema a bersagli del Sant’Anna e il Programma Nazionale Esiti). Sicuramente il Ministero sta lavorando assieme all’AGENAS sul “suo” sistema di indicatori, ma la stranezza della classifica LEA di quest’anno andrebbe utilizzata per cambiare rapidamente il sistema di monitoraggio centrale. L’esigenza di valutare i sistemi di valutazione è del resto già all’ordine del giorno, come si vede un post del blog di Cesare Cislaghi. Sarebbe il caso di accelerare questo processo di revisione per evitare che la griglia LEA porti fuori strada Regioni ed Aziende. E faccia gridare a miracoli che forse non sono del tutto tali Claudio Maffei Medico in pensione già Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera Umberto I di Ancona, della ASL 3 di Fano e dell'IRCCS INRCA di Ancona 13 gennaio 2019 © Riproduzione riservata Altri articoli in Lettere al direttore Il Servizio Sanitario delle diseguaglianze e delle iniquità Più garanti e meno garanzie? Il medico, qualunque ruolo occupi, deve rispettare il Codice deontologico Ma cosa c’entrano gli Stati generali Fnomceo con la radiazione di Venturi? Con le nuove competenze infermieri di serie A e B Un anno dalla “Legge Lorenzin”
Fatto sta che quegli indicatori vengono usati anche per fare classifiche e quindi le Regioni li introducono nel sistema di obiettivi/indicatori assegnati alle Aziende. Solo che se si tratta di indicatori poco significativi, per chi lavora sul campo rischiano di diventare addirittura fuorvianti. Come rischia di essere fuorviante la classifica generata dalla griglia. Quest’anno abbiamo al primo posto il Piemonte, al settimo l’Abruzzo, al decimo il Friuli Venezia Giulia, al dodicesimo Trento e all’ultimo Bolzano. Se prendiamo invece a titolo di significativo esempio l’ultimo rapporto CREA 2018 al primo posto abbiamo Trento, al secondo Bolzano, al quinto il Friuli Venezia Giulia, al dodicesimo il Piemonte e al quattordicesimo l’Abruzzo. La spiegazione: semplicissima! Trento, Bolzano e Friuli Venezia Giulia sono autonome e non hanno l’obbligo di superare il valore soglia (160) previsto dalla griglia LEA per accedere alla quota di fondo legata a tale valore. Le altre Regioni sì e quindi inseriscono (al di là del loro effettivo significato) gli indicatori della griglia negli obiettivi dei Direttori che li rigirano ai Dipartimenti. Data la qualità di molti di quegli indicatori non si tratta di un buon modo di orientare il sistema. C’è grande bisogno di ragionare su questa tematica per arrivare a definire prima una serie di dimensioni significative della qualità e poi a trasferirle in un sistema di obiettivi/indicatori per area (prevenzione, territorio, ospedale, processi amministrativi) da declinare ai vari livelli: centrale, regionale, aziendale, dipartimentale. Magari il punto di partenza potrebbe essere il confronto tra i vari sistemi di analisi comparativa già consolidati in Italia (oltre ai due già citati ce ne sono diversi altri tra cui il Rapporto 2018 di Meridiano Sanità, il sistema a bersagli del Sant’Anna e il Programma Nazionale Esiti). Sicuramente il Ministero sta lavorando assieme all’AGENAS sul “suo” sistema di indicatori, ma la stranezza della classifica LEA di quest’anno andrebbe utilizzata per cambiare rapidamente il sistema di monitoraggio centrale. L’esigenza di valutare i sistemi di valutazione è del resto già all’ordine del giorno, come si vede un post del blog di Cesare Cislaghi. Sarebbe il caso di accelerare questo processo di revisione per evitare che la griglia LEA porti fuori strada Regioni ed Aziende. E faccia gridare a miracoli che forse non sono del tutto tali Claudio Maffei Medico in pensione già Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera Umberto I di Ancona, della ASL 3 di Fano e dell'IRCCS INRCA di Ancona 13 gennaio 2019 © Riproduzione riservata Altri articoli in Lettere al direttore Il Servizio Sanitario delle diseguaglianze e delle iniquità Più garanti e meno garanzie? Il medico, qualunque ruolo occupi, deve rispettare il Codice deontologico Ma cosa c’entrano gli Stati generali Fnomceo con la radiazione di Venturi? Con le nuove competenze infermieri di serie A e B Un anno dalla “Legge Lorenzin”
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20161121 — - We're going to talk about practical lighting. Practical lights are lights that you can actually see in the scene. Now sometimes, there's ...
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Fatto sta che quegli indicatori vengono usati anche per fare classifiche e quindi le Regioni li introducono nel sistema di obiettivi/indicatori assegnati alle Aziende. Solo che se si tratta di indicatori poco significativi, per chi lavora sul campo rischiano di diventare addirittura fuorvianti. Come rischia di essere fuorviante la classifica generata dalla griglia. Quest’anno abbiamo al primo posto il Piemonte, al settimo l’Abruzzo, al decimo il Friuli Venezia Giulia, al dodicesimo Trento e all’ultimo Bolzano. Se prendiamo invece a titolo di significativo esempio l’ultimo rapporto CREA 2018 al primo posto abbiamo Trento, al secondo Bolzano, al quinto il Friuli Venezia Giulia, al dodicesimo il Piemonte e al quattordicesimo l’Abruzzo. La spiegazione: semplicissima! Trento, Bolzano e Friuli Venezia Giulia sono autonome e non hanno l’obbligo di superare il valore soglia (160) previsto dalla griglia LEA per accedere alla quota di fondo legata a tale valore. Le altre Regioni sì e quindi inseriscono (al di là del loro effettivo significato) gli indicatori della griglia negli obiettivi dei Direttori che li rigirano ai Dipartimenti. Data la qualità di molti di quegli indicatori non si tratta di un buon modo di orientare il sistema. C’è grande bisogno di ragionare su questa tematica per arrivare a definire prima una serie di dimensioni significative della qualità e poi a trasferirle in un sistema di obiettivi/indicatori per area (prevenzione, territorio, ospedale, processi amministrativi) da declinare ai vari livelli: centrale, regionale, aziendale, dipartimentale. Magari il punto di partenza potrebbe essere il confronto tra i vari sistemi di analisi comparativa già consolidati in Italia (oltre ai due già citati ce ne sono diversi altri tra cui il Rapporto 2018 di Meridiano Sanità, il sistema a bersagli del Sant’Anna e il Programma Nazionale Esiti). Sicuramente il Ministero sta lavorando assieme all’AGENAS sul “suo” sistema di indicatori, ma la stranezza della classifica LEA di quest’anno andrebbe utilizzata per cambiare rapidamente il sistema di monitoraggio centrale. L’esigenza di valutare i sistemi di valutazione è del resto già all’ordine del giorno, come si vede un post del blog di Cesare Cislaghi. Sarebbe il caso di accelerare questo processo di revisione per evitare che la griglia LEA porti fuori strada Regioni ed Aziende. E faccia gridare a miracoli che forse non sono del tutto tali Claudio Maffei Medico in pensione già Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera Umberto I di Ancona, della ASL 3 di Fano e dell'IRCCS INRCA di Ancona 13 gennaio 2019 © Riproduzione riservata Altri articoli in Lettere al direttore Il Servizio Sanitario delle diseguaglianze e delle iniquità Più garanti e meno garanzie? Il medico, qualunque ruolo occupi, deve rispettare il Codice deontologico Ma cosa c’entrano gli Stati generali Fnomceo con la radiazione di Venturi? Con le nuove competenze infermieri di serie A e B Un anno dalla “Legge Lorenzin”
sono appena stati pubblicati i dati della griglia LEA 2017 e cioè il sistema di indicatori del monitoraggio istituzionale che il Ministero fa delle Regioni. Visto da vicino è un sistema fatto di indicatori spesso a bassa validità. A solo titolo di esempio cito una analisi pubblicata nel 2018 dalla Società italiana di epidemiologia di quello che riguarda la salute mentale, indicatore che davvero “fa acqua”. Fatto sta che quegli indicatori vengono usati anche per fare classifiche e quindi le Regioni li introducono nel sistema di obiettivi/indicatori assegnati alle Aziende. Solo che se si tratta di indicatori poco significativi, per chi lavora sul campo rischiano di diventare addirittura fuorvianti. Come rischia di essere fuorviante la classifica generata dalla griglia. Quest’anno abbiamo al primo posto il Piemonte, al settimo l’Abruzzo, al decimo il Friuli Venezia Giulia, al dodicesimo Trento e all’ultimo Bolzano. Se prendiamo invece a titolo di significativo esempio l’ultimo rapporto CREA 2018 al primo posto abbiamo Trento, al secondo Bolzano, al quinto il Friuli Venezia Giulia, al dodicesimo il Piemonte e al quattordicesimo l’Abruzzo. La spiegazione: semplicissima! Trento, Bolzano e Friuli Venezia Giulia sono autonome e non hanno l’obbligo di superare il valore soglia (160) previsto dalla griglia LEA per accedere alla quota di fondo legata a tale valore. Le altre Regioni sì e quindi inseriscono (al di là del loro effettivo significato) gli indicatori della griglia negli obiettivi dei Direttori che li rigirano ai Dipartimenti. Data la qualità di molti di quegli indicatori non si tratta di un buon modo di orientare il sistema. C’è grande bisogno di ragionare su questa tematica per arrivare a definire prima una serie di dimensioni significative della qualità e poi a trasferirle in un sistema di obiettivi/indicatori per area (prevenzione, territorio, ospedale, processi amministrativi) da declinare ai vari livelli: centrale, regionale, aziendale, dipartimentale. Magari il punto di partenza potrebbe essere il confronto tra i vari sistemi di analisi comparativa già consolidati in Italia (oltre ai due già citati ce ne sono diversi altri tra cui il Rapporto 2018 di Meridiano Sanità, il sistema a bersagli del Sant’Anna e il Programma Nazionale Esiti). Sicuramente il Ministero sta lavorando assieme all’AGENAS sul “suo” sistema di indicatori, ma la stranezza della classifica LEA di quest’anno andrebbe utilizzata per cambiare rapidamente il sistema di monitoraggio centrale. L’esigenza di valutare i sistemi di valutazione è del resto già all’ordine del giorno, come si vede un post del blog di Cesare Cislaghi. Sarebbe il caso di accelerare questo processo di revisione per evitare che la griglia LEA porti fuori strada Regioni ed Aziende. E faccia gridare a miracoli che forse non sono del tutto tali Claudio Maffei Medico in pensione già Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera Umberto I di Ancona, della ASL 3 di Fano e dell'IRCCS INRCA di Ancona 13 gennaio 2019 © Riproduzione riservata Altri articoli in Lettere al direttore Il Servizio Sanitario delle diseguaglianze e delle iniquità Più garanti e meno garanzie? Il medico, qualunque ruolo occupi, deve rispettare il Codice deontologico Ma cosa c’entrano gli Stati generali Fnomceo con la radiazione di Venturi? Con le nuove competenze infermieri di serie A e B Un anno dalla “Legge Lorenzin”
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Sarebbe il caso di accelerare questo processo di revisione per evitare che la griglia LEA porti fuori strada Regioni ed Aziende. E faccia gridare a miracoli che forse non sono del tutto tali Claudio Maffei Medico in pensione già Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera Umberto I di Ancona, della ASL 3 di Fano e dell'IRCCS INRCA di Ancona 13 gennaio 2019 © Riproduzione riservata Altri articoli in Lettere al direttore Il Servizio Sanitario delle diseguaglianze e delle iniquità Più garanti e meno garanzie? Il medico, qualunque ruolo occupi, deve rispettare il Codice deontologico Ma cosa c’entrano gli Stati generali Fnomceo con la radiazione di Venturi? Con le nuove competenze infermieri di serie A e B Un anno dalla “Legge Lorenzin”
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Medico in pensione già Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera Umberto I di Ancona, della ASL 3 di Fano e dell'IRCCS INRCA di Ancona 13 gennaio 2019 © Riproduzione riservata Altri articoli in Lettere al direttore Il Servizio Sanitario delle diseguaglianze e delle iniquità Più garanti e meno garanzie? Il medico, qualunque ruolo occupi, deve rispettare il Codice deontologico Ma cosa c’entrano gli Stati generali Fnomceo con la radiazione di Venturi? Con le nuove competenze infermieri di serie A e B Un anno dalla “Legge Lorenzin”
Sicuramente il Ministero sta lavorando assieme all’AGENAS sul “suo” sistema di indicatori, ma la stranezza della classifica LEA di quest’anno andrebbe utilizzata per cambiare rapidamente il sistema di monitoraggio centrale. L’esigenza di valutare i sistemi di valutazione è del resto già all’ordine del giorno, come si vede un post del blog di Cesare Cislaghi. Sarebbe il caso di accelerare questo processo di revisione per evitare che la griglia LEA porti fuori strada Regioni ed Aziende. E faccia gridare a miracoli che forse non sono del tutto tali Claudio Maffei Medico in pensione già Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera Umberto I di Ancona, della ASL 3 di Fano e dell'IRCCS INRCA di Ancona 13 gennaio 2019 © Riproduzione riservata Altri articoli in Lettere al direttore Il Servizio Sanitario delle diseguaglianze e delle iniquità Più garanti e meno garanzie? Il medico, qualunque ruolo occupi, deve rispettare il Codice deontologico Ma cosa c’entrano gli Stati generali Fnomceo con la radiazione di Venturi? Con le nuove competenze infermieri di serie A e B Un anno dalla “Legge Lorenzin”
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Aug 19, 2024 — Polarity is the direction of current flow within an LED light or any electrical device. It is indicated by positive (anode) and negative ( ...
20161028 — Unlike CCD sensors that use high-voltage analog circuits, CMOS sensors employ a smaller digital circuitry that uses less power, and are in ...
Sarebbe il caso di accelerare questo processo di revisione per evitare che la griglia LEA porti fuori strada Regioni ed Aziende. E faccia gridare a miracoli che forse non sono del tutto tali Claudio Maffei Medico in pensione già Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera Umberto I di Ancona, della ASL 3 di Fano e dell'IRCCS INRCA di Ancona 13 gennaio 2019 © Riproduzione riservata Altri articoli in Lettere al direttore Il Servizio Sanitario delle diseguaglianze e delle iniquità Più garanti e meno garanzie? Il medico, qualunque ruolo occupi, deve rispettare il Codice deontologico Ma cosa c’entrano gli Stati generali Fnomceo con la radiazione di Venturi? Con le nuove competenze infermieri di serie A e B Un anno dalla “Legge Lorenzin”
C’è grande bisogno di ragionare su questa tematica per arrivare a definire prima una serie di dimensioni significative della qualità e poi a trasferirle in un sistema di obiettivi/indicatori per area (prevenzione, territorio, ospedale, processi amministrativi) da declinare ai vari livelli: centrale, regionale, aziendale, dipartimentale. Magari il punto di partenza potrebbe essere il confronto tra i vari sistemi di analisi comparativa già consolidati in Italia (oltre ai due già citati ce ne sono diversi altri tra cui il Rapporto 2018 di Meridiano Sanità, il sistema a bersagli del Sant’Anna e il Programma Nazionale Esiti). Sicuramente il Ministero sta lavorando assieme all’AGENAS sul “suo” sistema di indicatori, ma la stranezza della classifica LEA di quest’anno andrebbe utilizzata per cambiare rapidamente il sistema di monitoraggio centrale. L’esigenza di valutare i sistemi di valutazione è del resto già all’ordine del giorno, come si vede un post del blog di Cesare Cislaghi. Sarebbe il caso di accelerare questo processo di revisione per evitare che la griglia LEA porti fuori strada Regioni ed Aziende. E faccia gridare a miracoli che forse non sono del tutto tali Claudio Maffei Medico in pensione già Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera Umberto I di Ancona, della ASL 3 di Fano e dell'IRCCS INRCA di Ancona 13 gennaio 2019 © Riproduzione riservata Altri articoli in Lettere al direttore Il Servizio Sanitario delle diseguaglianze e delle iniquità Più garanti e meno garanzie? Il medico, qualunque ruolo occupi, deve rispettare il Codice deontologico Ma cosa c’entrano gli Stati generali Fnomceo con la radiazione di Venturi? Con le nuove competenze infermieri di serie A e B Un anno dalla “Legge Lorenzin”
C’è grande bisogno di ragionare su questa tematica per arrivare a definire prima una serie di dimensioni significative della qualità e poi a trasferirle in un sistema di obiettivi/indicatori per area (prevenzione, territorio, ospedale, processi amministrativi) da declinare ai vari livelli: centrale, regionale, aziendale, dipartimentale. Magari il punto di partenza potrebbe essere il confronto tra i vari sistemi di analisi comparativa già consolidati in Italia (oltre ai due già citati ce ne sono diversi altri tra cui il Rapporto 2018 di Meridiano Sanità, il sistema a bersagli del Sant’Anna e il Programma Nazionale Esiti). Sicuramente il Ministero sta lavorando assieme all’AGENAS sul “suo” sistema di indicatori, ma la stranezza della classifica LEA di quest’anno andrebbe utilizzata per cambiare rapidamente il sistema di monitoraggio centrale. L’esigenza di valutare i sistemi di valutazione è del resto già all’ordine del giorno, come si vede un post del blog di Cesare Cislaghi. Sarebbe il caso di accelerare questo processo di revisione per evitare che la griglia LEA porti fuori strada Regioni ed Aziende. E faccia gridare a miracoli che forse non sono del tutto tali Claudio Maffei Medico in pensione già Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera Umberto I di Ancona, della ASL 3 di Fano e dell'IRCCS INRCA di Ancona 13 gennaio 2019 © Riproduzione riservata Altri articoli in Lettere al direttore Il Servizio Sanitario delle diseguaglianze e delle iniquità Più garanti e meno garanzie? Il medico, qualunque ruolo occupi, deve rispettare il Codice deontologico Ma cosa c’entrano gli Stati generali Fnomceo con la radiazione di Venturi? Con le nuove competenze infermieri di serie A e B Un anno dalla “Legge Lorenzin”
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Quest’anno abbiamo al primo posto il Piemonte, al settimo l’Abruzzo, al decimo il Friuli Venezia Giulia, al dodicesimo Trento e all’ultimo Bolzano. Se prendiamo invece a titolo di significativo esempio l’ultimo rapporto CREA 2018 al primo posto abbiamo Trento, al secondo Bolzano, al quinto il Friuli Venezia Giulia, al dodicesimo il Piemonte e al quattordicesimo l’Abruzzo. La spiegazione: semplicissima! Trento, Bolzano e Friuli Venezia Giulia sono autonome e non hanno l’obbligo di superare il valore soglia (160) previsto dalla griglia LEA per accedere alla quota di fondo legata a tale valore. Le altre Regioni sì e quindi inseriscono (al di là del loro effettivo significato) gli indicatori della griglia negli obiettivi dei Direttori che li rigirano ai Dipartimenti. Data la qualità di molti di quegli indicatori non si tratta di un buon modo di orientare il sistema. C’è grande bisogno di ragionare su questa tematica per arrivare a definire prima una serie di dimensioni significative della qualità e poi a trasferirle in un sistema di obiettivi/indicatori per area (prevenzione, territorio, ospedale, processi amministrativi) da declinare ai vari livelli: centrale, regionale, aziendale, dipartimentale. Magari il punto di partenza potrebbe essere il confronto tra i vari sistemi di analisi comparativa già consolidati in Italia (oltre ai due già citati ce ne sono diversi altri tra cui il Rapporto 2018 di Meridiano Sanità, il sistema a bersagli del Sant’Anna e il Programma Nazionale Esiti). Sicuramente il Ministero sta lavorando assieme all’AGENAS sul “suo” sistema di indicatori, ma la stranezza della classifica LEA di quest’anno andrebbe utilizzata per cambiare rapidamente il sistema di monitoraggio centrale. L’esigenza di valutare i sistemi di valutazione è del resto già all’ordine del giorno, come si vede un post del blog di Cesare Cislaghi. Sarebbe il caso di accelerare questo processo di revisione per evitare che la griglia LEA porti fuori strada Regioni ed Aziende. E faccia gridare a miracoli che forse non sono del tutto tali Claudio Maffei Medico in pensione già Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera Umberto I di Ancona, della ASL 3 di Fano e dell'IRCCS INRCA di Ancona 13 gennaio 2019 © Riproduzione riservata Altri articoli in Lettere al direttore Il Servizio Sanitario delle diseguaglianze e delle iniquità Più garanti e meno garanzie? Il medico, qualunque ruolo occupi, deve rispettare il Codice deontologico Ma cosa c’entrano gli Stati generali Fnomceo con la radiazione di Venturi? Con le nuove competenze infermieri di serie A e B Un anno dalla “Legge Lorenzin”
Quest’anno abbiamo al primo posto il Piemonte, al settimo l’Abruzzo, al decimo il Friuli Venezia Giulia, al dodicesimo Trento e all’ultimo Bolzano. Se prendiamo invece a titolo di significativo esempio l’ultimo rapporto CREA 2018 al primo posto abbiamo Trento, al secondo Bolzano, al quinto il Friuli Venezia Giulia, al dodicesimo il Piemonte e al quattordicesimo l’Abruzzo. La spiegazione: semplicissima! Trento, Bolzano e Friuli Venezia Giulia sono autonome e non hanno l’obbligo di superare il valore soglia (160) previsto dalla griglia LEA per accedere alla quota di fondo legata a tale valore. Le altre Regioni sì e quindi inseriscono (al di là del loro effettivo significato) gli indicatori della griglia negli obiettivi dei Direttori che li rigirano ai Dipartimenti. Data la qualità di molti di quegli indicatori non si tratta di un buon modo di orientare il sistema. C’è grande bisogno di ragionare su questa tematica per arrivare a definire prima una serie di dimensioni significative della qualità e poi a trasferirle in un sistema di obiettivi/indicatori per area (prevenzione, territorio, ospedale, processi amministrativi) da declinare ai vari livelli: centrale, regionale, aziendale, dipartimentale. Magari il punto di partenza potrebbe essere il confronto tra i vari sistemi di analisi comparativa già consolidati in Italia (oltre ai due già citati ce ne sono diversi altri tra cui il Rapporto 2018 di Meridiano Sanità, il sistema a bersagli del Sant’Anna e il Programma Nazionale Esiti). Sicuramente il Ministero sta lavorando assieme all’AGENAS sul “suo” sistema di indicatori, ma la stranezza della classifica LEA di quest’anno andrebbe utilizzata per cambiare rapidamente il sistema di monitoraggio centrale. L’esigenza di valutare i sistemi di valutazione è del resto già all’ordine del giorno, come si vede un post del blog di Cesare Cislaghi. Sarebbe il caso di accelerare questo processo di revisione per evitare che la griglia LEA porti fuori strada Regioni ed Aziende. E faccia gridare a miracoli che forse non sono del tutto tali Claudio Maffei Medico in pensione già Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera Umberto I di Ancona, della ASL 3 di Fano e dell'IRCCS INRCA di Ancona 13 gennaio 2019 © Riproduzione riservata Altri articoli in Lettere al direttore Il Servizio Sanitario delle diseguaglianze e delle iniquità Più garanti e meno garanzie? Il medico, qualunque ruolo occupi, deve rispettare il Codice deontologico Ma cosa c’entrano gli Stati generali Fnomceo con la radiazione di Venturi? Con le nuove competenze infermieri di serie A e B Un anno dalla “Legge Lorenzin”
Claudio Maffei Medico in pensione già Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera Umberto I di Ancona, della ASL 3 di Fano e dell'IRCCS INRCA di Ancona 13 gennaio 2019 © Riproduzione riservata Altri articoli in Lettere al direttore Il Servizio Sanitario delle diseguaglianze e delle iniquità Più garanti e meno garanzie? Il medico, qualunque ruolo occupi, deve rispettare il Codice deontologico Ma cosa c’entrano gli Stati generali Fnomceo con la radiazione di Venturi? Con le nuove competenze infermieri di serie A e B Un anno dalla “Legge Lorenzin”
Field of view describes the viewable area that can be imaged by a lens system. This is the portion of the object that fills the camera's sensor. This can be ...
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La spiegazione: semplicissima! Trento, Bolzano e Friuli Venezia Giulia sono autonome e non hanno l’obbligo di superare il valore soglia (160) previsto dalla griglia LEA per accedere alla quota di fondo legata a tale valore. Le altre Regioni sì e quindi inseriscono (al di là del loro effettivo significato) gli indicatori della griglia negli obiettivi dei Direttori che li rigirano ai Dipartimenti. Data la qualità di molti di quegli indicatori non si tratta di un buon modo di orientare il sistema. C’è grande bisogno di ragionare su questa tematica per arrivare a definire prima una serie di dimensioni significative della qualità e poi a trasferirle in un sistema di obiettivi/indicatori per area (prevenzione, territorio, ospedale, processi amministrativi) da declinare ai vari livelli: centrale, regionale, aziendale, dipartimentale. Magari il punto di partenza potrebbe essere il confronto tra i vari sistemi di analisi comparativa già consolidati in Italia (oltre ai due già citati ce ne sono diversi altri tra cui il Rapporto 2018 di Meridiano Sanità, il sistema a bersagli del Sant’Anna e il Programma Nazionale Esiti). Sicuramente il Ministero sta lavorando assieme all’AGENAS sul “suo” sistema di indicatori, ma la stranezza della classifica LEA di quest’anno andrebbe utilizzata per cambiare rapidamente il sistema di monitoraggio centrale. L’esigenza di valutare i sistemi di valutazione è del resto già all’ordine del giorno, come si vede un post del blog di Cesare Cislaghi. Sarebbe il caso di accelerare questo processo di revisione per evitare che la griglia LEA porti fuori strada Regioni ed Aziende. E faccia gridare a miracoli che forse non sono del tutto tali Claudio Maffei Medico in pensione già Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera Umberto I di Ancona, della ASL 3 di Fano e dell'IRCCS INRCA di Ancona 13 gennaio 2019 © Riproduzione riservata Altri articoli in Lettere al direttore Il Servizio Sanitario delle diseguaglianze e delle iniquità Più garanti e meno garanzie? Il medico, qualunque ruolo occupi, deve rispettare il Codice deontologico Ma cosa c’entrano gli Stati generali Fnomceo con la radiazione di Venturi? Con le nuove competenze infermieri di serie A e B Un anno dalla “Legge Lorenzin”
Misure rapide di distanza focale (senza il banco ottico)
Sicuramente il Ministero sta lavorando assieme all’AGENAS sul “suo” sistema di indicatori, ma la stranezza della classifica LEA di quest’anno andrebbe utilizzata per cambiare rapidamente il sistema di monitoraggio centrale. L’esigenza di valutare i sistemi di valutazione è del resto già all’ordine del giorno, come si vede un post del blog di Cesare Cislaghi. Sarebbe il caso di accelerare questo processo di revisione per evitare che la griglia LEA porti fuori strada Regioni ed Aziende. E faccia gridare a miracoli che forse non sono del tutto tali Claudio Maffei Medico in pensione già Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera Umberto I di Ancona, della ASL 3 di Fano e dell'IRCCS INRCA di Ancona 13 gennaio 2019 © Riproduzione riservata Altri articoli in Lettere al direttore Il Servizio Sanitario delle diseguaglianze e delle iniquità Più garanti e meno garanzie? Il medico, qualunque ruolo occupi, deve rispettare il Codice deontologico Ma cosa c’entrano gli Stati generali Fnomceo con la radiazione di Venturi? Con le nuove competenze infermieri di serie A e B Un anno dalla “Legge Lorenzin”